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Capoterra
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Informazione Comune
Capoterra ospita insediamenti umani da tempi lontanissimi. All’epoca prenuragica risale l’officina litica e le capanne circolari di cui restano ancora delle tracce, della zona di Cuccuru Ibba in prossimità dell’inceneritore di Macchiareddu-Grogastu, all’interno della laguna di Santa Gilla. Altri ruderi di epoca nuragica sono stati ritrovati nelle colline attorno a Baccutinghinu, dove si trova il Nuraghe di Monti Arrubiu. Altre strutture facenti pensare all’antica dislocazione di nuraghi si trovano nelle zone di Is Antiogus e Is Cuccureddus.
All’epoca punica (V e IV secolo a.C.) risale l’insediamento scoperto nella zona di Su Loi. Sono altresì da segnalare gli insediamenti funerari rinvenuti in località Sant’Antonio.
L’antico nome della regione, Cabuterra, deriva certamente dal latino Caput terrae, quindi risalente all’epoca romana. Nel periodo romano l’insediamento era localizzato non distante dalla zona litoranea e in prossimità dello stagno. I ritrovamenti fanno pensare che l’abitato sorgesse in località Tanca sa Canna.
La Caput terrae romana è da alcuni studiosi considerata un oppidum.
In epoca giudicale Capoterra divenne una villa della Curatoria di Nora. Nel 1107 Caput Terrae venne donata, insieme ad altri territori, dal giudice Torchitorio alla Chiesa di San Lorenzo di Genova. Nel 1120 Caput terrae ritornerà a far parte del Giudicato di Cagliari.
Dopo la capitolazione di Santa Igia, la curatoria di Nora passò sotto il controllo dei Della Gherardesca. Nel 1288 i pisani, dopo la sconfitta navale della Meloria, firmarono la pace con Genova, ma non la rispettarono, fatto che costrinse i Genovesi a reagire con azioni violente, fra le quali una di queste interessò anche la zona di Capoterra.
In seguito il territorio e il villaggio di Capoterra passarono, per motivi di matrimonio, sotto il controllo di Mariano II di Arborea.
Durante la conquista aragonese della Sardegna i pisani scelsero il litorale di Capoterra per un massiccio sbarco di truppe contro l’offensiva militare dell’infante Alfonso. Il 26 febbraio 1324 gli oltre 1200 cavalieri sbarcati nel porto di Maddalena ingaggiarono una cruenta battaglia con gli eserciti dell’infante Alfonso nella zona di Lutocisterna. Ma i pisani subirono una dura sconfitta.
In seguito ai contrasti tra il re d’Aragona e di Sardegna Pietro IV e il giudice arborense Mariano IV d’Arborea, intorno all’anno 1353 Capoterra fu incendiata e distrutta dagli uomini del capitano aragonese Berengario Carroz.
Il villaggio rimarrà disabitato per oltre tre secoli.
Da wikipedia
Eventi principali
La festa di Sant’Efisio
Patrono di Capoterra. Dal 2003 il Santo che diede il nome a Villa Sant’Efisio, condivide il ruolo di patrono con Santa Barbara.
S’Incontru
La domenica di Pasqua si svolge S’Incontru (L’Incontro) e coinvolge l’intera popolazione, ripercorrendo l’evento Evangelico dell’annuncio della Resurrezione alla Madonna. I simulacri, seguiti dai fedeli, s’incontrano al centro della cittadina e proseguono con la folla riunita in una sola processione che cammina su un letto di petali e piante aromatiche. Il saluto tra il Figlio e la Madre è celebrato con canti religiosi.
Sagra di Sant’Efisio
Per la Sagra di Sant’Efisio, una delle manifestazioni religiose più imponenti d’Europa, bisogna attendere il primo maggio, è in quella data, infatti, che i fedeli osservano il voto fatto nel 1652 al Santo Martire cagliaritano che liberò la Sardegna dalla Peste. La processione parte da Cagliari ed arriva sino a Nora (40 Km circa!), facendo tappa, nel pomeriggio, nella chiesetta di Su Loi, dedicata al Santo. La celebrazione ha un carattere storico oltre che religioso, infatti, si possono ammirare, oltre alle traccas, (antichi carri agricoli addobbati con fiori e coccarde trainati dai buoi) i costumi tradizionali di numerossimi paesi della Sardegna, anche gli abiti secenteschi dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio (i Miliziani a cavallo) e dell’Alter Nos (il vicerè), i suonatori di launeddas (strumento musicale antichissimo) e il prezioso cocchio del Santo.
Festa di Santa Barbara
La festa di Santa Barbara, compatrona di Sant’Efisio, si svolge nella prima settimana di luglio e dura due giorni: in questo caso si può assaporare il tipico gusto della sagra paesana in cui la festa religiosa è occasione di divertimento popolare.
Festa di San Gerolamo
L’istituzione della festa di San Gerolamo è recente e la sua celebrazione si svolge nel mese di settembre.
Festa di San Francesco
Anche a Capoterra si svolgono i festeggiamenti per San Francesco nel mese di ottobre.
Notte Bianca delle Tradizioni Popolari Sarde
La “Notte Bianca delle Tradizioni Popolari Sarde” è un evento culturale nato nell’estate 2014 a Capoterra e viene programmato annualmente in chiusura dell’Estate Capoterrese, preferibilmente il primo o il secondo sabato del mese di Settembre;
Tale evento valorizza le tradizioni isolane e gli stessi usi e costumi della cittadina di Capoterra. Perciò questo evento è legato sia all’antica abitudine “de sa passillada in sa ia manna” (Corso Gramsci), sia alla tutela dei costumi, degli usi quotidiani, dei balli e dei canti tipici, conservati dal Gruppo Folk Sa Scabitzada di Capoterra e dai gruppi tradizionali ospiti. (regolamento dell’evento).
Altri appuntamenti:
Monumenti aperti
All’inizio del mese di maggio, in genere il primo fine settimana del mese, si svolge la rassegna Monumenti aperti, in concomitanza con la città di Cagliari e secondo un calendario che, per tutto il mese, propone un itinerario in diversi centri della Sardegna. In quest’occasione è possibile visitare i preziosi e caratteristici monumenti cittadini usufruendo di una visita giudata offerta da esperti studenti delle Scuole superiori di Capoterra.
Dal sito del comune
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