Isperas in lingua sarda sono le speranze: speranze che il raccolto sia abbondante, speranze che il futuro sia propizio.
Nel 2005 nel Meilogu Villanova nasce un’associazione culturale, che viene chiamata proprio Isperas, su suggerimento del poeta pozzomaggiorese, Antoni Maria Pinna.
Con l’inizio degli anni duemila si era abbandonata l’inconsistenza post ideologica del decennio precedente; il nuovo millennio avanzava con un passo differente, ci si riappropriava di diritti semplici quali la lentezza, la ricchezza dei prodotti locali, il saper fare, i luoghi e le storie. Si parlava sempre più di sostenibilità, nel tentativo di riumanizzare un mondo troppo veloce e consumato da logiche di cattiva globalizzazione. Isperas nasce proprio in quel momento storico come atto di resistenza e appartenenza forte alle piccole patrie. I suoi fondatori furono dei pionieri, era ancora lontana la sensibilizzazione e la lotta allo spopolamento, nessuno o quasi parlava di reti tra comuni e di partecipazione dal basso.
Pozzomaggiore, Padria, Mara, Cossoine e Semestene sono la culla di questo progetto. L’intercomunalità è un valore fondativo e risponde a un’idea di Comunità più ampia, che abbraccia paesi vicini per geografia, storia e tradizioni. Le attività culturali sono realizzate nei diversi centri e grazie alla partecipazione di tutti. Il luogo d’elezione, che esprime l’essenza del territorio e dell’associazione è il Santuario di Nostra Signora di Bonuighinu a Mara. La Chiesa, con la sua imponente scalinata, si apre su uno scenario fiabesco e il nome, il buon vicino, quale miglior viatico per l’ospite che arriva!
Isperas è un atto di resistenza delle piccole realtà, perché se è indubbio che siano tanti i fattori positivi dispensati dai piccoli centri, sono altrettanto innegabili le criticità. E non si parla di collegamenti viari o della carenza di servizi -nel 2005 internet era ancora un mondo da scoprire- ma del senso di Comunità che si andava sempre più affievolendo e del vuoto lasciato da chi parte: speranze che si interrompono, figli che non nasceranno.
Ampia è la vocazione dell’associazione, perché varie sono le sensibilità e i vissuti dei suoi associati. Nei mercatini dell’artigianato hanno trovato spazio e vetrina i prodotti a chilometro zero e l’estro di artigiani e artisti locali. Corsi ed escursioni alla scoperta delle bellezze del territorio, e un giornale, Boghes de isperas, che di quei luoghi ha raccontato le storie. Col tempo l’interesse si è concentrato sempre più sulle presentazioni dei libri: centinaia di lettori seduti intorno a un libro, allo scrittore e al suo intervistatore. La Comunità si ritrova per combattere insieme le grigie serate invernali o le lunghe primavere, che già si affacciano sulle vicine spiagge dorate.
Il territorio è ricco di storia e di storie, se si presta l’orecchio si può ancora sentire l’eco delle battaglie giudicali. Isperas ha prestato l’orecchio e soprattutto il cuore ed è così che, nel 2014, ha deciso di dar vita a StoricaMente, il festival del romanzo storico, unico in Sardegna, primo in Italia. L’intuizione pionieristica è geniale: il romanzo storico ben si presta a coinvolgere un vasto pubblico, tante sono le tematiche e i riferimenti culturali. Durante le sei edizioni – nel 2020, a causa delle restrizioni anti-covid, il festival non si è tenuto- i centri del Meilogu Villanova hanno ospitato molti importanti scrittori. I luoghi più pittoreschi dei sette comuni -ai cinque fondatori si sono aggiunte Romana e Villanova Monteleone- sono diventati palcoscenico di presentazioni, interviste, rievocazioni storiche, letture e musiche. Sarebbe impossibile menzionare tutti i graditi ospiti sardi, italiani e stranieri emergenti e famosi: Michela Murgia e Marcello Fois ospiti in tante occasioni e con diversi libri, Paolo Giordano e La solitudine dei numeri primi, Marco Malvaldi e gli anziani frequentatori del bar Lume, Carlo Lucarelli e le sue storie noir, Benedetta Tobagi e gli studi sulle stragi, lo storico medievista Franco Cardini, solo per ricordare alcuni nomi.
StoricaMente è un festival sostenibile perché è frutto di una rete tra associazioni, amministrazioni comunali, scuole, biblioteche, Pro Loco, cittadini e attività del territorio, tra cui b&b, ristoranti e bar. Anche il Liceo scientifico di Pozzomaggiore figura tra gli attori: gli incontri degli scrittori a scuola sono tra i momenti più coinvolgenti del festival. Tutte le iniziative si sostengono grazie al volontariato degli associati, agli sponsor e al contributo dei Comuni aderenti.
Gli eventi culturali richiamano tanti visitatori e permettono agli stessi scrittori di scoprire un’isola nell’isola. Durante l’edizione del 2018, Simon Scarrow promette di ambientare in Sardegna il nuovo romanzo della saga Eagles of the Empire. E così a dicembre del 2020 esce The Emperor’s Exile, un libro pensato in Sardegna e che racconterà la Sardegna nel mondo. Basti pensare al numero di libri che lo scrittore inglese ha venduto: ben 5 milioni con traduzioni in oltre dieci Paesi.
“Nel 2020 abbiamo festeggiato i quindici anni di attività. Un compleanno con poche attività culturali a causa della situazione pandemica, ma Isperas -sottolinea Angelo Deriu, presidente dell’associazione- anche in questi mesi difficili non è mai venuta meno al suo compito sociale e ora si prepara con rinnovato entusiasmo a realizzare le prossime edizioni di StoricaMente.”
Si ritornerà presto a far parlare i territori e a raccontare storie perché chi aderisce ad Isperas crede che cultura sia sinonimo di letteratura e di Comunità, di vicinanza e di buon cibo locale, di paesaggi e di tutte le preziosità archeologiche e architettoniche che punteggiano campagne e centri abitati. Sono i racconti a costituire le Comunità, ecco perché è così prezioso saper raccontare e saper ascoltare.
