Brunello Cucinelli, scatto di SE24

Brunello Cucinelli a Seneghe con Tore Cubeddu (scatto SE24)

Dall’inviata Manuela Vacca

Lo stilista e imprenditore Brunello Cucinelli, ormai per tutti semplicemente “il re del cashmere”, ha detto di sì a Seneghe. L’imprenditore umbro opera nel borgo di Solomeo, frazione di Corciano, provincia di Perugia, dove porta avanti un’eccellenza artigianale saldamente legata all’idea di capitalismo umanistico.

Ne parla nel libro “Il sogno di Solomeo” (uscito con Feltrinelli) ed è la visione del mondo che ha voluto consegnare alla piazza gremita di pubblico dell’edizione 2022 di Cabudanne de sos poetas, il festival di poesia organizzato dall’associazione Perda Sonadora.

Nella serata moderata dall’imprenditore e animatore culturale Tore Cubeddu, imbastisce con l’ascoltatore una trama relazionale fitta e cavalca tutte le direzioni del fiume in piena che si racconta.

Il sapere relazionale è importantissimo. «San Francesco era genio dei rapporti umani. Abbiamo bisogno di rapporti umani, poi di studiare il giusto», precisa su uno degli aneddoti legati a uno degli appuntamenti con la moda di Pitti. Un sapere che gli permise di conquistare un grossissimo cliente.

Ne è certo: «Lavoriamo troppo e forse male, il 30 per cento di tempo lo dedichiamo a connessioni che non servono a nulla». Più di quarant’anni fa aveva il desiderio di creare un’azienda che facesse un giusto profitto in un luogo di lavoro piacevole. Elementi basilari per la dignità umana ma anche per gli aspetti di creatività: «Uno è creativo se in armonia con il creato». Il suo impero dimostra che aveva ragione. Spiega i tempi di lavoro e di riposo, la regola non scritta che non si può umiliare l’essere umano o si viene licenziati.

Nel suo percorso il senso dell’umano arriva dai greci, più che dagli studi del sei politico di quegli anni e del periodo universitario. Lasciò la facoltà di Ingegneria (ma ricorda con piacere la marea di scherzi), per dedicarsi a realizzare l’impresa. In fondo gli sono stati realmente utili gli anni al bar doveva poteva stare sino alle 6 del mattino, dove c’era sempre qualcuno che ascoltava affanni e desolazioni (per esempio la vita dolorosa della prostituta). Si chiede dove si trovi oggi chi ascolta le tue pene e conclude che «siamo rimasti soli con il telefonino».

La realtà odierna è quella in cui siamo presi dalla quotidianità, riferisce, e che per Marco Aurelio la quotidianità uccide l’essere umano. Bisogna avere respiro più ampio. «Potrebbe essere l’ultimo giorno della vita ma progetta come se fosse l’eternità».

Brunello Cucinelli ha ben chiare la specialità dell’Italia con le tante materie di studio che la differenziano dal resto del mondo, la bellezza del nostro stato sociale, la capacità dei giovani di intercettare la non linearità delle cose.

Poi c’è questo sogno, immenso e visionario come lui, della “Biblioteca Universale di Solomeo“, un tempio laico della cultura che dovrebbe sorgere nel 2024 nel cuore dell’Umbria con 400-500mila volumi. Citerà Adriano imperatore: «Fondare biblioteche è come costruire granai pubblici».

Tore Cubeddu dona tre libri che vorrebbe facessero parte della biblioteca: “Poesie complete” di Peppino Mereu, “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni e “Dio Petrolio” di Francesco Masala. Titoli che convincono il pubblico presente. Titoli che sono nuovo grano per lo spirito umano che troverà casa in quel bel borgo di cashmere e armonia.

La ricerca dell’armonia è una costante, una via felice per attraversare l’esistenza. «Se ci facciamo illuminare dal sole e dalle stelle riusciamo a vivere una vita migliore», sorride.

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