All’edizione numero 79 della Mostra del Cinema di Venezia è stato presentato in concorso alle Giornate degli Autori, la sezione autonoma e indipendente del festival, e si è aggiudicato dalla Critica Indipendente il Premio Bisato d’Oro 2022 per la miglior regia.
È stato applaudito anche nell’Isola “Bentu”, l’ultimo film di Salvatore Mereu, recitato interamente in sardo. Prodotto da Elisabetta Soddu e dallo stesso regista di Dorgali e liberamente tratto da una delle storie di “Il vento e altri racconti” di Antonio Cossu, è ora nelle sale.
Al centro della storia l’anziano contadino Raffaele, interpretato da Peppeddu Cuccu che, sessant’anni fa, fu il bambino del celebre “Banditi a Orgosolo” di De Seta. Il protagonista dorme in campagna da giorni, in attesa dell’arrivo del vento che lo aiuterà a separare i chicchi di grano dalla paglia. La sua solitudine è interrotta dalle visite di Angelino (il piccolo Giovanni Porcu, alla sua prima interpretazione) che scalpita per cavalcare l’indomita cavalla di Raffaele.
Il film è una produzione Viacolvento col supporto di Sardegna Film Commission, vede come coproduttore Isre – Istituto Superiore Regionale Etnografico e quale produttore associato Antioco Floris per Università di Cagliari – Corso di Laurea Magistrale in Produzione Multimediale. È circa un decennio, infatti, che Mereu lavora con l’Ateneo cagliaritano.
“Avrebbe dovuto essere un’esercitazione didattica e ci è scoppiata in mano”, ha detto al pubblico il regista all’anteprima cagliaritana, nel corso della rassegna Nottetempo organizzata a Sa Manifattura (la programmazione di “Bentu” prosegue al cinema Odissea da giovedì 22 a mercoledì 28 settembre). E ha specificato: “I dieci ragazzi che mi hanno accompagnato in ‘Bentu’ sono stati tutti intercettati per altri film che stanno girando in Sardegna”.
Orgoglioso di loro, il docente Antioco Floris che ha sottolineato l’importanza e la forza dei progetti di rete che mettono insieme studenti, docenti, amministrativi, case di produzione ed enti pubblici. “Sulla formazione abbiamo iniziato per primi e abbiamo una struttura più organizzata ma stiamo facendo rete con gli altri, che non vediamo come concorrenti. E questo è l’approccio che funziona”, ha affermato.
Alcune delle studentesse hanno partecipato alla proiezione, moderata nel dialogo con il pubblico da Nevina Satta (che ha inoltre coordinato la precedente presentazione alla stampa). “Quest’anno abbiamo registrato un aumento delle partite Iva dell’industria cinematografica”, le parole soddisfatte della direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission.

L’opera fotografa la sfida dell’uomo alla natura in un tempo che resta sospeso e l’ostinazione a non sovvertire le regole. Ma anche effettuare le riprese a Guasila è stata una vera sfida. “Il vento è difficilissimo da registrare: abbiamo fatto moltissimo lavoro in post produzione per dare la dimensione acustica, con la musica che a volte dà soccorso all’immaginario”, ha ammesso Mereu che, per la cura del suono, si è affidato a Roberto Cois.
“Il vento si è presentato il primo giorno e non alla fine: quando ci serviva davvero non arrivava – ha raccontato il regista –. Negli ultimi due giorni è arrivato con la necessaria forza. C’è una dimensione magica in questo lavoro e chi ci lavora lo sa”.
Al termine della visione Salvatore Mereu ha voluto ringraziare anche Tore Cubeddu per aver suggerito l’idea (il produttore nel 2012 aveva firmato il corto “Bentu”, sempre liberamente tratto dalla storia di Cossu).
Ha lanciato infine un appello a tutela del grande schermo: “Il film va visto al cinema e la sala va difesa in questo momento storico. Forse sta finendo una stagione, quella del cinema in sala, e molti operatori hanno sentito la chiamata a difenderlo. Uscire oggi con questo film è quindi una scommessa”.
Manuela Vacca
Su CINEMA SARDO leggi anche:
QUEL MIRACOLO A CASTIADAS: PARLA ALESSANDRA USAI, REGISTA DE ‘IL MIRACOLO DEI REI‘