(Scatto di Gianfranco Lai)
Quando saranno superate le attuali criticità dovute alla situazione di pandemia, sarà nuovamente possibile apprezzare le manifestazioni del carnevale sardo. Tra queste quello tradizionale di Ottana, assai noto per il fascino ancestrale di Boe e Merdule. Le due maschere, realizzate da artigiani locali – di solito intagliate da legno di pero selvatico -, danno vita alla rappresentazione del bue e del suo guardiano in un’antica lotta tra uomo e animale.
Su Merdule, con le espressioni grottesche della sua maschera lignea che ne cela il volto, raffigura il padrone. Indossa scarponi da pastore, gambali in cuoio, pelli bianche di pecora e il capo è incorniciato da un fazzoletto nero. Non porta campanacci ma un bastone e una frusta di cuoio, strumenti per condurre e sottomettere sos Boes.
La maschera del Boe ha lunghe corna bovine forgiate dallo scalpello di abili artigiani. Sul capo un fazzoletto nero annodato sotto il mento e sulle spalle il caratteristico grappolo di pesanti campanacci. Sos Merdules procedono a passo zoppicante tenendo le redini a cui sono legati sos Boes, si appoggiano al loro bastone di legno, usato anche per tenere a bada gli animali. Sos Boes, a loro volta, sfilano al ritmo dei campanacci e tentano di riconquistare la libertà.
A questo punto della sfilata ottanese entra in scena la maschera de Sa Filonzana, unica figura femminile del carnevale di Sardegna, raffigurante una gobba anziana, vestita del colore del lutto, con in mano un fuso e una conacchia. Quando il Boe cade a terra lei gli si siede sopra continuando a filare la lana.
Durante il carnevale le maschere mettono in scena un quotidiano agropastorale proprio dei piccoli centri della Sardegna: l’aratura, la semina, il raccolto, l’addestramento degli animali, il pascolo e la morte dell’animale. La lotta infinita tra uomo e animale con il prevalere del primo sul secondo, il suono frastornante dei campanacci e le scene di ribellione hanno origini antichissime che ancora oggi sorprendono nella ritualità e nel mistero.
Gianfranco Lai
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