Un parco regionale per le zone umide dell’Oristanese

Si chiude la prima fase del processo partecipativo per trovare un modello di gestione delle zone umide marino costiere dell’Oristanese della rete Natura 2000. Nove incontri tra ottobre e dicembre per oltre 20 ore di ascolto nel territorio, a cura della fondazione MEDSEA per conto del gruppo di coordinamento del Contratto di Costa che include 11 comuni, l’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente, il consorzio di bonifica e la provincia di Oristano.

Il 13 dicembre, durante l’assemblea plenaria, sono stati presentati i risultati territorio in cui si è discussa l’opportunità di un Parco regionale delle zone umide come soluzione per la governance degli stagni e lagune aderenti alla rete Natura 2000. L’assessorato regionale alla Difesa dell’ambiente, in questa occasione, per voce dell’assessore Gianni Lampis, aveva anticipato l’intenzione di procedere con una delibera di giunta regionale per assegnare “un finanziamento dedicato al comune capofila per le attività di animazione che dovranno essere fatte all’interno di tutte le comunità per condividere con i cittadini, i portatori di interesse e le aziende, quelli che possono essere i risvolti positivi di un parco regionale”.

L’opportunità rappresentata dalla prospettiva del parco regionale come strumento per la gestione integrata della rete di aree Natura 2000 (aree SIC e ZPS) è stata accolta positivamente sia dall’assessorato regionale che dagli altri portatori di interesse presenti all’incontro plenario che si è svolto online. Sette i macro-obiettivi che il contratto in essere, sottoscritto dal gruppo di coordinamento il 5 febbraio 2021, si propone di raggiungere. Tra questi il miglioramento dello stato ecologico delle zone umide di importanza internazionale (i siti Ramsar), la tutela e la conservazione della biodiversità del territorio, la riqualificazione del paesaggio naturale e urbano, la valorizzazione del patrimonio culturale, la nascita della prima zona marino-costiera in Sardegna “Plastic free”. Azioni concrete per l’adattamento agli eventi di pioggia estremi e al cambiamento climatico che troveranno, grazie all’istituzione di un soggetto attuatore di gestione, una guida comune.

“Il Contratto di Costa, portato avanti durante la difficilissima stagione pandemica, oggi esiste – spiega Alessio Satta, presidente della fondazione MEDSEA –.  Esiste la sua Assemblea, che attraverso l’itinerario di ascolto si arricchisce ogni giorno delle intelligenze che vengono dal territorio. Il Contratto è il luogo dove le esigenze dell’ambiente, della pesca, dell’agricoltura, del turismo e della ricerca si confrontano, l’occasione in cui divergenze passate e presenti possono trovare articolazione condivisa, un progetto comune. Il Parco,
con la sua Comunità, con la rappresentanza di tutti gli attori privati e la società civile, sarebbe il principio di questo futuro, la continuazione di un lungo dialogo. Siamo estremamente felici che la Regione Sardegna abbia deciso di promuovere questo percorso che può diventare un modello di riferimento per tutto il resto delle zone costiere della Sardegna”.

Il secondo ciclo di incontri con la popolazione e le attività produttive del territorio partirà nei prossimi mesi del 2022.

Fondazione MEDSEA

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